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Il colosseo: passato e presente

Il Colosseo (Anfiteatro Flavio) è uno è il più grandi anfiteatri del mondo romano. Imponente e maestoso, secondo alcuni studiosi era in grado di ospitare circa 50mila spettatori. Il muro esterno raggiungeva quasi i 50 metri di altezza pari ad un edificio alto sedici piani. Oggi rappresenta un vanto tutto italiano e, dal 2007,rientra tra le Sette Meraviglie del Mondo. Le altre sono: la Grande Muraglia cinese, l’antica città giordana di Petra, la Statua di Cristo Redentore di Rio de Janeiro in Brasile, le Rovine Inca di Machu Picchu in Perù, la Piramide Maya di Chichen Itza in Messico, e il Taj Mahal (India). Patrimonio dell’umanità e 1  delle 7 meraviglie del Mondo.
Dal 1989 è entrato a far parte dei beni Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, assieme al centro storico di Roma e la Basilica di San Paolo fuori le mura.

L’incendio che distrusse Roma

L’incendio del 18 luglio del 64 d.C. distrusse in sei giorni e sette notti gran parte del centro di Roma. Dove oggi sorge il Colosseo vi era la Domus Aurea, la residenza di Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico. Presumibilmente vi era un laghetto artificiale nella prossimità del quale si ergeva il Colosso di Nerone. Si trattava di una statua in bronzo, alta oltre 30 metri, commissionata dallo stesso Nerone e realizzata tra il 64 ed il 68 d.C. per mano dello scultore Zenodoro. Dopo l’incendio, del Colosso rimase soltanto la base, poi demolita nel 1936 per lavori di riqualificazione del sito archeologico. Si pensa che per le sue dimensioni “colossali” sia stato dato il nome di Colosseo all’anfiteatro Flavio benché tale associazione pare sia di origine medievale. Dopo la morte di Nerone, tra la fine del 70 ed il 71 d.C., ebbero inizio i lavori di costruzione del Colosseo sotto l’imperatore Tito Flavio Vespasiano. I lavori di realizzazione durarono soli nove anni e l’inaugurazione ebbe luogo nell’80 d.C. sotto il regno di Tito, figlio di Vespasiano.

Se cade il Colosseo cade anche Roma

Uno degli aspetti più caratteristici e curiosi dell’anfiteatro Flavio sono i buchi che costellano la struttura. Derivano dalle grappe che i romani usavano nelle costruzioni e che venivano rimosse e trasportate, in base alle necessità, dai vecchi ai nuovi edifici. Secondo la tradizione popolare derivano dal tentativo dei barbari di distruggere l’anfiteatro, simbolo della grandezza di Roma.
Quando gli invasori conquistarono l’urbe praticarono moltissimi fori nelle pareti e li riempirono di polvere da sparo con lo scopo di far saltare in aria il monumento ferendo la città nel suo cuore nevralgico.
Lo sforzo fu del tutto inutile perché le fondamenta tennero ed il Colosseo rimase in piedi.
Da lì si diffuse la fama che il Colosseo fosse indistruttibile e nacque da questo episodio infatti il detto romano: “Finché esisterà il Colosseo, esisterà Roma; quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma; ma quando cadrà Roma, anche il Mondo cadrà”.

I Gladiatori e gli spettacoli

Nell’anfiteatro Flavio, nel pomeriggio, si svolgevano i combattimenti tra gladiatori. Essi prendevano il nome dell’arma che utilizzavano, una spada corta: il “gladio”. Il gladiatore di Roma imparava l’arte della gladiatoria in “ludi”, delle scuole che erano caserme molto simili a prigioni che si trovavano in tutto l’impero. I ludi imperiali erano le uniche scuole autorizzate e vi alloggiavano circa 2mila uomini. I combattenti, potevano essere dei prigionieri di guerra, dei criminali, dei galeotti, degli schiavi, dei condannati o uomini liberi senza futuro. Si poteva trattare di professionisti o di inesperti che si impegnavano nella pericolosa carriera del gladiatore. Anche le donne combattevano nel Colosseo, erano più rare e richieste. Fare il gladiatore significava, a quei tempi, avere grande popolarità e successo. Alcuni erano famosi e rinomati. Questo tipo di attività era molto seguita e apprezzata e la gente si spostava verso Roma per assistervi.

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